La leggenda narra che Walter Elias Disney inventi Mortimer Mouse (a detta di molti il suo alter ego) in viaggio su un treno da New York a Los Angeles. Dalla sua geniale matita prende vita una creatura con testa e orecchie tonde, gambe e braccia sottili, gli intramontabili calzoncini rossi, ispirata al disegnatore dallo studio dei roditori secondi solo all’uomo per intelligenza. La moglie di Disney, che non gradisce il nome dato alla neonata creatura, la ribattezza Mickey Mouse. E questo conferma il detto che dietro un grande uomo ci sia sempre una grande donna, o almeno, in questo caso, una che ha buon gusto.
Nel novembre 1928 viene proiettato il cortometraggio Steamboat Willie, debutto di Topolino e della sua fidanzata Minnie. Con l’avvento del sonoro, Walt Disney si mette alla ricerca di una voce per il suo pupillo ma, deluso dagli aspiranti doppiatori, presta lui stesso la parola a Topolino. Se ne occuperà personalmente per quasi vent’anni (da estimatrice del genere quale sono mi fa sorridere immaginare Walt che fa la vocina di Mickey, ma tant’è). Un tratto di pennino e, nel 1930, Topolino è protagonista anche delle strisce a fumetti. Le sue avventure da detective lo vedono affrontare con coraggio e intelligenza i “cattivi” di Topolinia, tra i quali Gambadilegno. Che, resti tra noi, è simpatico almeno quanto l’eroe buono. Non siete d’accordo?
Un topolinofilo che si rispetti non è degno di questo nome se non conosce quello che ancora oggi è considerato il miglior cartone animato di tutti i tempi: Fantasia, del 1940. La colonna sonora a base di musica classica vede uno scatenato Topolino alle prese con incantesimi da apprendista stregone e altri episodi all’insegna della sperimentazione (meravigliosa la sincronia di musica e scene). La rivista Topolino fa la sua apparizione in Italia nel 1932, ma verso la fine del Ventennio il fumetto è vietato perché ha come protagonista un personaggio americano. Ai fan toccherà aspettarne il ritorno fino al dicembre del 1945. Un bel regalo di Natale, e non solo per i piccini…
Oggi il giornalino si avvia verso il numero tremila e vanta centinaia di migliaia di lettori. Ottant’anni sono un traguardo invidiabile, specialmente per un topo che ne ha passate di tutti i colori. Sarà anche grazie ai personaggi che lo circondano, a partire da Pippo e Paperino. Sarà perché non si è mai sposato… Sarà perché è sempre stato al passo coi tempi. Ho letto da qualche parte che le orecchie di Mickey Mouse sono riconoscibili più della croce cristiana e di ogni altro simbolo religioso.Anche il presidente venezuelano Chavez fu immortalato, a causa di giochi di luci, con un bel paio di inconfondibili orecchie in una foto che fece scandalo.
Topolino è ovunque. Che vi piaccia o no, Mickey Mouse siamo noi. Anche se siete irriducibili tifosi di Paperino forse è il caso di essere sportivi e dire: chapeau. E’ solo un topo, come diceva Disney. Che si merita tanti auguri.